DIRITTO E NUOVE TECNOLOGIE

CHAT GIURIDICA SVOLTASI IL 6.12.99

a mezzo ICQ

 

Hanno partecipato:

Ha moderato l'incontro

 

Il testo della chat giuridica è stata pubblicata anche sulle pagine della rivista giuridica on line Diritto & Diritti

 

A. Sirotti Gaudenzi - Oggi, è sempre maggiore il numero degli operatori del diritto che crede nelle potenzialità di internet. Penso, per esempio al grande successo del convegno di Teramo su internet e criminalità tenutosi sabato scorso (oltre 200 partecipanti). Questo significa che stiamo superando i pregiudizi che a lungo hanno accompagnato questa realtà?

Valentino Spataro - Ritengo che non sia un successo di nessuno di noi. La campagna di Tiscali, Telecom, Infostrada e degli altri gestori ha permesso a molti di avvicinarsi con facilità a internet. Il problema è ora trovare le informazioni che esistono e sono disperse, da quando Jura non ha più raccolto ogni iniziativa giuridica in rete, anche se ora Tiziano ha ripreso e spero potrà ancora risollevare le sorti di una iniziativa che ha avuto il merito di informatizzare i giuristi.

Francesco Brugaletta - La domanda di Andrea è interessante e lungimirante.
La mia risposta è sicuramente sì.
Per merito di alcuni soggetti che hanno realizzato Internet gratis come dice Valentino, ma anche per merito dei giuristi che hanno capito e capiscono sempre più l'importanza dell'uso di Internet per migliorare il funzionamento della giustizia e del sistema di ricerca del diritto e della stessa conoscenza del diritto.
In questo momento mentre facciamo chat sto seguendo il convegno: "Il Processo telematico: Nuovi ruoli e nuove tecnologie per un moderno processo civile". Vale a dire il convegno che si tenuto il 27 novembre 1999 a Bologna e Che è online nel sito di radioradicale (www.radioradicale.it).
Internet è una autentica rivoluzione per tutto, diritto e giustizia compresi. Non si può prescinderne oggi e non se ne potra' prescindere nei prossimi mesi. In questo momento, ripeto, sto sentendo la relazione principale del convegno che spiega come il processo telematico non solo è possibile ma in pratica è già realizzato con il progetto Polis che si sta sperimentando a Bologna.

Luca de Grazia - Per quello che mi riguarda posso dire che di strada se ne debba fare ancora molta, anche perché manca in genere nei giuristi quell'umiltà di cercare di comprendere le "novità tecnologiche", comprensione senza la quale si corre il rischio molto serio di dire molte "castronerie" giuridiche.

A.S.G. - in effetti, come possiamo parlare di processo telematico, quando qualcuno si chiede ancora come faremo con le marche da bollo?

V.S. - la marca da bollo diventerà la carta di credito.

L. d. G. - Esatto Valentino, con versamento diretto al competente ufficio; magari anche attaraverso forme di pagamento tipo borsellino elettronico per garantire l'anonimato qualora occorra.

A. S. G. - A proposito di carta e cartaceo, nei scorsi giorni ho ricevuto un messaggio di un collega che non riesce ad effettuare la registrazione di un periodico online a causa del rifiuto opposto dall'A.G.
Cosa pensate di questa situazione?

V.S. - La rispota è nella mia home page: l'eccesso di leggi porta alla corruzione ("Corruptissima republica, plurimae leges", Tacito, Annal., 3,27).

F.B. - Non è questione a cui si può rispondere con una battuta.
Il problema si collega alla applicabilita' Internet delle norme sulla stampa.
Ci sono opinioni diverse su tale possibilità. Vi cito ad esempio nella mia rivista il contributo di T. Verbiest con il titolo "Stampa, internet e diritto" all'indirizzo
http://www.diritto.it/articoli/informatica/verbiest.htm
Vi cito anche l'interessante contributo di Zeno Zencovich, "La pretesa estensione alla telematica del regime della stampa" pubblicato nell'@ntologia "Il diritto nel cyberspazio" curata da me e da F. Landolfi e edita dalla Simone.
In mancanza di una disposizione ad hoc tutte le interpretazioni sono possibili. Questo tuttavia non deve creare intralcio allo sviluppo delle iniziative di informazione nel web e non mi pare che cio' stia avvenendo.

L. d. G. - Io penso che l'ordinanza del Tribunale di Roma con la quale venne registrata Interlex fosse molto oculata e chiara; secondo il mio personale parere la visione più chiara di internet è quella dell'AGCM, che vede molto semplicemente la rete come un mezzo di comunicazione.
A stretto rigore, visto che esiste la legge sul c.d. "documento elettronico", di stampa sul web non si potrebbe parlare, ma allora non si potrebbe parlare neanche di giornali radio.
Quindi, come ben sa Francesco, secondo me anche quello che viene scritto su di un computer "scritto" in senso tradizionale, e quindi – ferme restando le peculiarità del mezzo - non vedo perchè non si possano applicare le norme sulla stampa anche ad Internet. Mi sembra che sia molto corretta l'impostazione che sostiene che quello che conta è il "fare informazione professionalmente"; se lo si fa, per strada, per radio, per satellite, per internet, non cambia nulla.

V.S. - L'eccesso normativo, che purtroppo arriva fino alle circolari, le sentenze, le prassi più vincolanti delle norme, sono uno scoglio difficilissimo per chi su internet vuole realizzare qualcosa.
Vengono fornite soluzioni che non soddisfano mai la semplicita' di internet che, di fronte agli istituti attuali, e' dinamite, e impone semplificazione, per non dire uniformità, con la difficolta' di individuare una norma cogente per le iniziative su internet.

A.S.G. - Dato che si sente da sempre parlare della necessità di creare una nuova lex mercatoria, un insieme di norme uniformi a livello internazionale, spero che la novità esplosiva rappresentata da internet possa servire a far capire che è necessario dare una svolta al sistema, rectius, ai sistemi.
Vorrei conoscere la vostra opinione o, meglio, la vostra previsione sullo sviluppo normativo di fronte all'avvento di internet e delle nuove tecnologie.

V.S. - Credo che le nuove tecnologie non c'entreranno quasi niente con le prossime riforme che però avverrano.
Ricordo, studiando diritto comparato, che negli Stati Uniti una generazione di giovani giudici - spodestò- la vecchia generazione che non lasciava spazio. Le rivoluzioni le fanno gli uomini, e si servono delle nuove tecnologie solo come strumenti.

F.B. - vorrei inserire nella discussione il fatto che in rete esiste una iniziativa che si chiama Leggigratis che ha per scopo la raccolta di firme per chiedere la pubblicazione su Internet le leggi dello stato; si possono trovare tutte le indicazioni a questo indirizzo http://www.diritto.it/leggigratis/iniziativa_leggigratis.htm
Da ultimo su questo tema dobbiamo registrare una recente risoluzione della Camera che impegna il Governo e promuovere la consultazione gratuita dei testi legislativi su Internet. Ne parlo con un pezzo su Apogeonline a questo indirizzo
http://www.apogeonline.com/informaz/art_246.html
Percio' e' possibile che ci possano essere clamorosi sviluppi nei prossimi mesi.

L.d.G.: Io ho già espresso da tempo il mio parere sull'argomento.
Infatti già due anni orsono scrivevo nell'articolo che poi è entrato a far parte dell'antologia curata dal Dott. Brugaletta e dal Dott. F. M. Landolfi che per quanto concerneva Internet il vero problema è quello del coordinamento delle norme di sistemi giuridici a volte anche molto diversi tra di loro.
Come tutti sappiamo la struttura del diritto dei paesi di "civil law" e quella dei paesi di "common law" è molto diversa, e quindi trovare un insieme di regole comuni deve necessariamente tendere ad un "minimo comune denominatore", chiaro ed essenziale.Sono abbastanza d'accordo con Andrea quando sostiene che con molta probabilità Internet avrà anche il pregio di far venire alla luce con prepotenza questi problemi, che in un modo o nell'altro dovranno essere risolti.
Porto soltanto un esempio: mi è capitato di recente un caso di "furto" di un sito web di tipo .COM perpetrato da un italiano ai danni di altro soggetto italiano, a causa di un errore ovvero di un "bug" nelle procedure di registrazione dei domini da parte di Internic (l'ente che ancora assegna i nomi di dominio negli USA).
Orbene, nel giro di mezz'ora avevamo individuato, grazie ad esperti specifici, da dove era partito l'attacco, chi risultava essere il nuovo titolare del sito ed i suoi riferimenti negli USA, etc. etc., ma pur con il supporto di un avvocato americano che abita ed esercita qui in Italia, addirittura all'interno degli USA occorreva sapere esattamente in quale Stato si trovasse Internic (Virgina) per poi poter procedere ad una diffida in termini esatti.
Mi sembra evidente che non si possa conoscere il diritto di tutti i paesi aderenti all'Onu, sarebbe materialmente impossibile; speriamo che sotto la spinta del mondo reale questa nuova "lex mercatoria" veda finalmente la luce.

A.S.G. – E, a mio modestissimo giudizio, non si può non arrivare a questo risultato che può essere conseguito o per merito dei legislatori o per merito di una prassi che si consoliderà nel tempo, proprio com’è accaduto all’antica lex mercatoria e al contemporaneo diritto dei commerci internazionali.
Sono d’accordo con Valentino, quando dice che a fare le rivoluzioni sono gli uomini, ma non dobbiamo dimenticare che la semplificazione normativa potrebbe avvenire anche grazie alle esigenze presentate dalle nuove tecnologie. 
Il recente documento di cui parla Francesco è la chiara dimostrazione che anche le istituzioni non stanno più solo a guardare.Ho già avuto modo di dire, in più di un’occasione, che nel prossimo futuro internet diventerà il principale strumento per far circolare notizie, proposte, idee.
Qualche mese fa ho lanciato un appello per l’apertura di uno sportello per i finanziamenti europei presso gli enti locali (
www.notiziariogiuridico.it/ufficioUE.html) . L’iniziativa è partita da Cesena e, grazie ad internet, ho potuto contare su varie adesioni in tutta Italia. Questa piccola iniziativa mi ha fatto capire che uno strumento come il web facilita enormemente l’acquisizione di dati e consente di farsi ascoltare anche al di fuori degli ambienti che si è soliti frequentare. In questo senso, è fondamentale che anche i giuristi si rendano conto delle innumerevoli opportunità offerte da internet, che potrà diventare uno straordinario luogo di incontro tra i vari professionisti del diritto.
Anche con il piccolo esperimento di questa sera abbiamo dato dimostrazione del fatto che quattro persone, distanti le une dalle altre centinaia di chilometri, possono comodamente scambiarsi idee e discutere di questioni tecniche senza bisogno di spostarsi, ma semplicemente muovendosi in questa sconfinata piazza virtuale fornitaci dal web.
Vi ringrazio per aver accettato l’invito a trattare questi temi.
A presto.

 

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