La laurea on
line nell'Università diffusa.
Il dominio della tecnologia muta la concezione tradizionale della formazione
di Glauco Riem *
Si pubblicano le interessanti riflessioni del prof. Riem in tema di "Università diffusa" già comparse nella e-curivista (www.e-curia.it).
Settantasette università settantasette.
Questo è il numero degli Atenei in Italia.
Se si tien conto poi delle sedi staccate, collegate, connesse il numero aumenta
in modo più che geometrico.
Oltre tremila i corsi di laurea.
Sembra sempre più prendere piede l'idea di una "stabile" e locale
università degli studi per ogni città capoluogo d'Italia, ma anche in ogni
regione del resto del mondo.
Un sogno, un obiettivo, un vanto per gli amministratori, per i politici e per i
cittadini di ogni comunità.
Una sorta di immensa babele della formazione che parla, solo in Italia, le oltre
100.000 materie ufficiali di insegnamento per quasi un milione e settecento mila
studenti universitari: una materia diversa per ogni 17 allievi.
E' certo, se non saremo annichiliti da una qualche guerra di religione, che il
prossimo millennio sarà quello della formazione ed in special modo di quella
che ha come obiettivo la gestione dell'informazione.
Della stessa mia idea è anche un illustre futurologo Jeremy Rifkin che proprio
di ciò parla nel suo best seller intitolato l'era dell'accesso.
Un sottostimato, poco delineato e nuovo concetto di Università comunque si è
delineato nell'attuale società della formazione: è quello dell'Università
Diffusa di seguito, per sintesi e per acronimo, individuata come U.D..
Per il tramite della FAD (Formazione A Distanza) prossimamente potremo parlare
di F.A.D.& U.D.
Ciò sarà il risultato reso possibile dalla tecnologia e dal suo uso che
trasversalmente incide e permea ogni attività umana.
Che senso avrà prossimamente parlare di"centro culturale" o di
"università di (nome città)" ?
Nell'e-evo periodo dell' e-learnig, della e-school della e-university si potrà
continuare ad istituire materialmente sedi universitarie in
"contenitori" costruiti ad hoc? Il concetto di U.D., saldamente legato
all'uso degli strumenti elettro-telematici di immediata, reale, sincrona ed
asincrona interconnessione virtuale, prende sempre più vigore e forma ed è già
in uso il termine e-sede.
A chi dice, come Umberto Eco, che vi sia una mancanza di contenuti da
"trasmettere" e che il "medium precede il messaggio", la
risposta, almeno in questo campo, è già confezionata: centomila materie (italian
fantasy).
Certo bisognerà, forse, "stralciare" qualche materia, ma siamo
sicuramente di fronte ad una buona occasione per rinverdire la circolazione
della cultura legata alla formazione.
Gli effetti?
Non vi sarà più alcun centro né alcuna periferia culturale.
Ognuno grazie alla tecnologia delle trasmissioni elettroniche di ogni e
qualsiasi oggetto culturale potrà forgiarsi una propria esclusiva,
personalizzata ed autentica formazione, anche universitaria, strumentale
all'acquisizione di competenze dalle quali scaturiranno, grazie all'uso di quel
indispensabile bioware chiamato intelligenza, sicure economie.
Il problema che scaturirà certamente da questa nuova modalità di ottenere la
"laurea" sarà: chi validerà i contenuti di questi percorsi formativi
ed, ancora, chi verificherà, e come, le competenze da ciascuno acquisite?
Ancora una volta ciò sarà compito della tecnologia e della
macchina-computazionale che utilizzerà un automatico sistema metrico di
valutazione (software) alla cui realizzazione potranno contribuire i pensatori
più eccelsi, anche antichi e defunti che rivivranno attraverso le espressioni
algebrico-proposizionali (algoritmi) delle idee e dei concetti che hanno
esplicitato nelle loro opere.
Questa "validazione" (e-laurea), ove ritenuta ancora necessaria, potrà
allora essere elettronicamente acquisita ovunque ed ovunque
"legalmente" riconosciuta dalla Global Law on International Education
(G.L.o.I.E.?) e formalizzata anche attraverso un apposito documento elettronico
avente efficacia "certificativa" pari al documento cartaceo...
Grazie alle tecnologie delle reti informatiche, annullato lo spazio, il luogo e
parzialmente il tempo, ognuno si formerà e si laureerà alla Libera Università
della Connessione Totale (L.U.C.T.?) dove importanza fondamentale avrà la
"fabbricazione" dei contenuti didattici e dei percorsi formativi che
dovranno essere oggettivamente approntati attraverso un democratico compendio
dell'esperienza sin qui acquisita dall'umanità e naturalmente temperato
dall'etica e perché no anche dal comune buonsenso.
Ma a chi e dove si pagherà la tassa di iscrizione e frequenza?
Forse che grazie alla tecnologia, strumento alchemico del terzo millennio, si
realizzerà finalmente quel famoso libero, paritetico & democratico accesso
allo studio. Da chi sarà formato allora il Gran Consiglio della Didattica (G.C.D.)?
Chi gestirà il Rinnovamento?
* Avvocato in Pordenone e Professore a contratto di informatica giuridica nell'Università degli Studi di Trieste. Presidente dell'Associazione Culturale per lo Studio del Diritto e dell'Informatica.