EDITORIALE
Intervento pubblicato sul supplemento di Emmeì-gruppo napoletano
Assemblea nazionale di Magistratura Indipendente - Fiuggi, 20/22 ottobre 2000.

 

Rapporti tra Magistrati ed Avvocati

NESSUNA BARRICATA

di Andrea Sirotti Gaudenzi
avvocato

 

"Caso Italia": così viene definita la situazione della giustizia nazionale dalle istituzioni europee. Le motivazioni espresse dalle sentenze con cui la Corte europea dei Diritti dell’Uomo condanna l’Italia per l’eccessiva durata dei processi nazionali e per la violazione del principio del "giusto processo" sono di questo tenore: "La Cour rappelle avoir constaté l’existence en Italie d’une pratique contraire à la Convention résultant d’une accumulation de manquements à l’exigence du délai raisonnable. Dans la mesure où la Cour constate un tel manquement, cette accumulation constitue une circonstance aggravante de la violation".

Poche righe fotografano impietosamente lo stato della giustizia italiana.

Antonio La Torre, Procuratore Generale della Repubblica presso la Suprema Corte di Cassazione, durante la Relazione sull'amministrazione della giustizia nell'anno 1999, svoltasi a Roma il 12 gennaio di quest’anno ha efficacemente sintetizzato la questione: "E’ noto che la giustizia italiana, a causa soprattutto della sua cronica lentezza, ha meritato al nostro Paese - e con netto distacco da ogni altro - il non invidiabile primato del più alto numero di ricorsi e di condanne in sede europea, tanto da trovarsi oggi nella umiliante condizione di sorvegliato speciale. Ho sotto gli occhi il desolante rapporto che, proprio in vista dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, mi è stato inviato il mese scorso dalla Rappresentanza permanente d’Italia presso il Consiglio d’Europa di Strasburgo. Il prospetto allegato contiene cifre impressionanti e, nell’adempiere il dovere di comunicarle, ne avverto tutto il peso mortificante come magistrato e come cittadino italiano."

Oltre al nostro sistema giudiziario, grandi accusati sono i magistrati e gli avvocati, "colpevoli" di non collaborare al fine di proporre progetti che vedano il coinvolgimento del numero più alto possibile di operatori del diritto, a prescindere dal fatto che appartengano o meno a magistratura ed avvocatura.

Proprio qualche sera fa, durante una comunicazione telefonica con il direttore di questa rivista, emergevano tutte le perplessità sullo stato della giustizia di casa nostra. Orazio Dente Gattola si chiedeva sconsolato come fosse possibile che in tanti continuassero a "remare contro", senza rendersi conto che la mancanza di collaborazione tra magistratura ed avvocatura può essere utile solo a chi ha tutto l'interesse a che la situazione peggiori.

Un presidente di sezione penale del Mezzogiorno ed un avvocato civilista della Romagna, dopo essersi conosciuti per caso sul Web, si accorgevano di condividere le stesse ansie e gli stessi timori… Una riprova del fatto che siamo tutti sulla stessa barca e non possiamo concederci il lusso di assurde ostilità, che non possono far altro che contribuire allo sfacelo..

Se è propiro vero che dovremo assistere alla costruzione di "barricate", queste non potranno formarsi tra avvocatura e magistratura, ma solo tra chi opera quotidianamente nell’ambito del diritto, vivendo seriamente i problemi della giustizia italiana, e oscuri soggetti che -con fare cialtronesco- vivono nell’ottica di quell’antico adagio napoletano che tradotto suona: "imbroglio aiutami".

Andrea Sirotti Gaudenzi
sirottigaudenzi@worldonline.it

 

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