I contratti di e-business nella strategia dell'impresa

L'accordo virtuale ha bisogno di certezze

a cura di Andrea Lisi

 

 

Nei giorni del 12, 13, 14 giugno 2003 si è tenuto ad Otranto (presso la sala congressuale dell’Hotel Solara di Conca Specchiulla) un prestigioso Seminario di Alta Formazione, dal titolo ”Gli Strumenti per il Commercio Internazionale: Internet, Contratti, Agevolazioni”. Il seminario è stato promosso dal Centro Studi&Ricerche SCiNT di Lecce, in collaborazione con l’I.C.E.(Istituto Nazionale per il Commercio Estero) e le Ed. Simone, e si è avvalso delle professionalità più esperte ed autorevoli in tema di e-business e internazionalizzazione (per maggiori dettagli si veda il sito www.scint.it/altaformazione).
Obiettivo del Convegno è stato quello di comprendere concretamente quali opportunità hanno le nostre PMI e quali azioni devono le stesse porre in essere per un processo di sviluppo vincente, sia sul mercato nazionale, sia su quello internazionale.
Il rapido diffondersi di internet ha spinto, infatti, numerose imprese a dotarsi di un sito web e ad avviarsi sulla strada del commercio elettronico il più delle volte senza analizzare adeguatamente le conseguenze giuridiche ed economiche delle proprie scelte. Il mercato virtuale è stato visto dagli imprenditori come un terreno di conquista dove concludere lucrosi affari anche con contraenti di Paesi molto lontani ed il tutto in una sorta di presunta “anarchia normativa”, quasi a voler intendere la rete come un “luogo non luogo” privo di regole giuridiche.
Ma la realtà è ben diversa. Non solo per un’impresa non è sufficiente creare un portale per essere vista e contattata da nuovi clienti ma, soprattutto, un complesso ed articolato tessuto normativo, sia nazionale sia comunitario, disciplina compiutamente internet e i suoi numerosi servizi. Così una inevitabile “selezione telematica” ha portato, alla chiusura di numerosi siti con l’applicazione, in alcuni casi, anche di pesanti sanzioni, oppure al “perpetuo oblio” del proprio sito web in una miriade di servizi telematici.
Proprio nell’ottica di superare certe ingenuità si sono analizzati durante il convegno, in maniera pratica e lineare, i principali contratti informatici e telematici dell’e-business prendendo in considerazione le problematiche giuridiche più ricorrenti e gli aspetti di tutela dei consumatori.
I profondi mutamenti intervenuti nella realtà socio economica e nelle tecnologie informatiche hanno determinato, infatti, la nascita di nuovi modelli contrattuali massificati, aperti, “per adesione”. Ne è derivata la necessità di operare una “fictio iuris” per reinquadrare nello schema dell’accordo tradizionale (incontro tra proposta ed accettazione ex art. 1335 c.c.) le nuove figure di contratto che vanno sorgendo “on line”. Punto cruciale e conclusivo dell’intero dibattito è stata certamente la comune riflessione che le tipiche problematiche “virtuali” e “transnazionali” di Internet e del commercio elettronico sono ad oggi risolvibili solo e soltanto attraverso la accurata redazione di contratti completi e “autosufficienti” (che si ispirino alle tecniche di redazione della “contrattualistica internazionale” e della “common law”).
Pertanto, per quanto la materia sia più articolata del previsto, ciò non deve significare, per le aziende e per i consumatori, una perdita di fiducia nei confronti della rete. In realtà, occorre soltanto rispettare una serie di regole per aprire ed aggiornare un sito: per internet, come per il mondo reale, occorre tutelarsi e dotarsi degli strumenti necessari per “competere”. Tutti i contratti vanno, quindi, inseriti nella strategia aziendale, come tutte le altre politiche di webmarketing, di organizzazione aziendale, di penetrazione commerciale per l’export. Aprire ed aggiornare un sito web – in special modo se finalizzato all’e-business - comporta non solo il rispetto di norme amministrative, ma anche di regole civilistiche e penali. Si pensi, tra le altre, alla disciplina in tema di tutela del consumatore, di fatture e spedizioni (anche per l’estero), di transazioni on-line, ma ancora prima ai contratti di gestione e sviluppo dei siti web, di pubblicità (banner, sponsorizzazioni), ai contratti con gli Istituti Bancari. Senza dimenticare le dovute autorizzazioni amministrative (si pensi alla comunicazione al sindaco prima di avviare un sito web che faccia e-business B2C) e tutte le problematiche connesse con il commercio on line, per esempio, lo spamming, ma anche l’eventuale violazione di norme penali (come nel caso di un sito che svolga un’attività di mediazione senza che il titolare sia iscritto negli elenchi dei mediatori).
Peraltro, seguendo la “strada del rispetto delle norme” sono molteplici i vantaggi che possono derivare alle imprese. Non solo si eviterà di incorrere in forme di responsabilità a volte anche gravi, ma si limiterà la stessa possibilità di nuove, costose e lunghe liti giudiziarie grazie alla predisposizione di contratti ad hoc – compito specifico del consulente legale per l’e-business – studiati specificamente per il servizio che si vuole rendere on line.


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