SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE
Rubrica a
cura dell'avv.
Antonino Sgroi
AA. VV. , I metodi della giustizia civile, Padova, C.E.D.A.M., 2000.
Il volume che si segnala è
un'opera di genere antologico progettata e curata da Mario Bessone, Elisabetta
Silvestri e Michele Taruffo. Nelle sue diverse parti studiosi del processo
civile e studiosi di teoria generale del processo affrontano con diversificati
metodi di indagine una serie di temi oggi cruciali nel contesto della giustizia
civile.
Ne risulta integrato il programma di ricerca che per la casa editrice Cedam a
suo tempo Bessone aveva già avviato curando con Riccardo Guastini il volume
La regola del caso e prima ancora i Materiali per un corso di analisi
della giurisprudenza. Nei contributi di una prima sezione di questo nuovo
volume si discute della tematica del "precedente giudiziale" in prospettiva di
comparazione con il common law ,di questioni di ordinamento costituzionale e
poi ancora di argomenti centrali nella riflessione su giudizio,processo e
decisione giudiziaria. Seguono contributi di autorevoli studiosi che trattano
specifici problemi di giurisdizione che sono oggi di particolare attualità. La
parte finale della antologia si occupa di una rilevante serie di questioni di
tutela giurisdizionale di nuove situazioni soggettive. Ampia attenzione è
riservata agli strumenti per la risoluzione di controversie "alternativi" al
processo,tematica che anche nel caso italiano ormai è da tempo al centro della
necessaria riflessione. Indice - Parte prima. PROBLEMI DI METODO - Pierluigi
Chiassoni: Il fascino discreto della Common Law. Appunti sulla "rilevanza" dei
precedenti giudiziali. Riccardo Guastini: La "Costituzionalizzazione"
dell'ordinamento italiano. Paolo Comanducci: Ragionamento giuridico. Gary Minda:
Teoria del diritto in transizione. Gary Minda: La teoria postmoderna del diritto.
Mirjan R. Damaska: I due tipi di Stato e gli scopi del processo. Michele Taruffo:
Giudizio, processo, decisione. Parte seconda: PROBLEMI DI GIURISDIZIONE - Luigi
De Angelis: La riforma del giudice unico e la giustizia del lavoro. Paolo
Biavati: Scelta della giurisdizione e garanzie della difesa. Michele Taruffo: Il
modello burocratico di amministrazione della giustizia. Maria Rosaria Ferrarese:
Magistratura e diritti: virtù passive e stato attivo. Parte terza: TUTELA DI
NUOVA SITUAZIONI GIURIDICHE - Vittorio Denti: La tutela della riservatezza:
profili processuali. Fabio Rota: Poteri privati e aspettative legittime. Ligi
Paolo Comoglio: Il doppio grado di giudizio nelle prospettive di revisione
costituzionale. Elisabetta Silvestri: Ossservazioni in tema di strumenti
alternativi per la risoluzione delle controversie. Giuliano Amato: Un arbitro
per il mercato.
Giuliano Amato: Il gusto (e l'etica) della libertà.
1) Esiste una stretta relazione tra metodi della giustizia e controversie
civili.
In epoca post-moderna si assiste alla prevalenza che acquista la realtà sugli
schemi legislativi e dottrinali.
Il positivismo giuridico, il sistema burocratico della giustizia, il sillogismo
giudiziale non godono più del medesimo credito di cui si avvantaggiavano
nell’età moderna. La nuova concezione delle fonti risulta aperta ai modi di
individuazione del diritto che si affermano nella società e nei tribunali.
I metodi della giustizia civile Cedam 2000, antologia sulla metodologia
dell’analisi casistica curata da M. Bessone, E. Silevestri e M. Taruffo,
indagano su queste problematiche attraverso la ricerca della relazione tra
modernismo e post-modernismo nelle decisioni giurisdizionali. L’indagine si
dipana in tre settori, cui corrispondono altrettante suddivisioni nella
struttura del libro: 1. metodo; 2. giurisdizione; 3. nuove situazioni giuridiche.
I saggi che vengono raccolti nell’antologia sono firmati dai più autorevoli
Autori nazionali ed internazionali della scienza dell’interpretazione giudiziale,
del processo e del diritto sostanziale che si misurano nella angusta realtà
della crisi del diritto codificato. In ordine alfabetico sono raccolti i
contributi di G. Amato, P. Bivati P. Chiassoni, P. Comanducci, L. P. Comoglio,
M. R. Damaska, L. de Angelis, V. Denti, M. R. Ferrarese, R. Guastini, G. Minda,
F. Rota, E. Silvestri, M. Taruffo.
Gli argomenti dei saggi spaziano: dalla rilevanza dei precedenti nella decisione
giudiziale (Chiassoni) alla relazione tra “magistratura e diritti” (Ferrarese),
dalle teorie post-moderne del diritto (Minda) al modello burocratico della
amministrazione della giustizia (Taruffo) e ancora dalla ricerca di strumenti
alternativi della giustizia (Silvestri, Amato) ad un’indagine sui tipi di Stato
e scopi del processo (Damascka), senza trascurare approfondite ricerche
sull’ermeneutica giudiziale (Comanducci, Guastini) e sul diritto sostanziale e
processuale in senso stretto (de Angelis, Biavati, Denti, Rota, Comoglio).
2) Il filo conduttore che lega le pagine degli Autori si concreta
nell’unitarietà tra il mutamento del sistema delle fonti e l’interpretazione
giuridica.
L’inadeguatezza del diritto positivo di fronte ai
problemi politici, sociali ed economici ha come esito fatale la dissoluzione
dell’immagine giuspositivistica dell’interprete quale mero esecutore della
legge. Le nuove democrazie conferiscono rilievo politico e sociale alla
giustizia.
Nelle pagine dell’antologia si assiste al cambiamento del giudice che, da “bocca
della legge”, si trasforma sempre più in attore politico. Tuttavia il percorso
argomentativo , pur nella varietà dei suoi indirizzi, offre al lettore curioso
le possibili e diversificate aperture che la funzione e le modalità della
giustizia assolvono. L’intervento di più Autori, appartenenti a tradizioni e a
scuole di pensiero differenti, conferisce a I metodi della giustizia civile
carattere di completezza nell’indagine che invoglia lo studioso attento a
comparare, verificare, riflettere sulle differenti impostazioni delle questioni
relative alla metodologia giudiziaria e alle rispettive funzioni al fine di
pervenire ad una valutazione ragionata e critica della complessità del rapporto
tra diritto codificato e diritto giurisprudenziale. L’analisi del libro può
essere scomposta in due parti: la prima comprende le sezioni di contributi
dedicati ai “problemi di metodo” e ai “problemi di giurisdizione”; la seconda
include la sezione relativa alla “tutela delle nuove situazioni giuridiche”.
3) Con riferimento ai contenuti della prima parte, l'attenzione che viene
dedicata al precedente giudiziale, alla scelta della premesse del sillogismo
giudiziale, ai valori condivisi dalla comunità destinataria delle scelte
giurisdizionali e alla funzione politica dell’attività del giudice, denuncia
l’insufficienza del sistema positivo attuale e della relativa attività
giudiziale a descrivere, comprendere e giudicare nuove tipologie di fatti
controversi.
I cittadini, non trovando risposte alle proprie pretese nell’ambito legislativo
ed amministrativo, si rivolgono al giudice per una soluzione. La suddetta scelta
da parte del cittadino è giustificata dal fatto che il giudice è tenuto a
fornire una risposta alle domande che gli vengono rivolte, non potendo denegare
giustizia.
Segue che il fenomeno della produzione normativa giudiziaria, soprattutto se
costituzionale, viene salutata positivamente perché consente di adeguare il
diritto alla società mediante un’interpretazione storica dei principi
costituzionali e di soddisfare le richieste di giustizia intorno ai beni e ai
valori in fase di consolidamento.
Se si cercasse di individuare, nei differenti contributi raccolti nelle prime
due sezioni dell’antologia, una medesima ratio, questa potrebbe essere
riconosciuta in una complessa visione di insieme del sistema giudiziale dove si
vengono a contrapporre, senza escludersi, principi e regole tra loro opposti: da
una parte il sistema formale, il diritto positivo, le norme, la separazione tra
fatti e valori, la spiegazione causale, la prova logica, la giustificazione
interna del sillogismo, la verità storica, il sistema di civil law e i
modernisti; dall’altra il sistema sostanziale, il diritto naturale, il comune
sentire, la commistione tra fatti e valori, la prova argomentativa, la
giustificazione esterna del sillogismo, la verità consensuale, il sistema di
common law e i post-modernisti.
La scelta dell’interprete matura nella complessità degli opposti schieramenti.
È passata da tempo la stagione del giudice “bocca della legge”, ma difficilmente
avrà asilo nel nostro sistema giudiziale la figura del giudice politico, intento
esclusivamente a soddisfare l’aspettativa di giustizia della parti o della
comunità.
E’ possibile, invece, che l’ermeneutica giudiziale si sviluppi contemperando, in
proporzioni sempre diverse e in relazione alla natura delle controversie, teorie
cognitivistiche e teorie non cognitivistiche di interpretazione. L’esigenza di
pervenire ad una soluzione nella fattispecie del caso concreto può spingere il
giudicante ad abbandonare i sicuri e battuti sentieri del diritto positivo per
inoltrarsi nell’esperienza ermeneutica, dove sovente l’intuizione spodesta la
ragione.
Le pagine della prima e seconda parte del libro I metodi della giustizia
civile sembrano pervenire a questa conclusione, coinvolgendo il lettore in
percorsi argomentativi che più che suggerire un’unica soluzione e un’unica
verità, offrono elementi di spunto problematici che consentono di osservare ciò
che accade nei tribunali con atteggiamento coscienzioso e ragionato.
4) I saggi contenuti nella seconda parte descrivono sia la fenomenologia che
governa il consolidamento di nuove situazioni giuridiche soggettive sia la crisi
del sistema processuale.
Le profonde trasformazioni sociali, economiche, politiche e tecnologiche rendono
le società contemporanee instabili, dinamiche, mutevoli. Il diritto che tali
società reclamano deve essere anch’esso dinamico ed aggiornato, capace di
seguire le continue richieste di regolamentazione di rapporti nuovi e sempre più
complessi. Affinché ciò sia reso possibile è necessario che lo stesso sistema
giudiziale si conformi alla mutevolezza delle nuove esigenze, attraverso forme
di giustizia agili ed accessibili a tutti.
Assicurare adeguate forme di tutela a strati sempre più ampi della popolazione è
il nobile intento di cui si fanno portatori gli strumenti alternativi per la
risoluzione delle controversie, ma la nostra realtà evidenzia che questo tipo di
soluzione non incontra il pieno favore della cultura giuridica italiana.
È vero che nel nostro Paese l’esercizio dei pubblici poteri sta perdendo
carattere autoritario per evolversi verso una gestione negoziata e consensuale
delle controversie civili anche a causa della critica situazione della giustizia
italiana, ma l’utilizzo degli strumenti alternativi non ha prodotto, per ora,
che risultati modesti.
5) La prima parte dell'antologia induce a riflettere con atteggiamento
disincantato sulle possibili ed inevitabili aperture del diritto giudiziale ad
aspetti e problematiche che trascendono l’illuministica certezza del diritto; la
seconda parte approfondisce i temi relativi agli strumenti alternativi della
giustizia, considerandoli più idonei ad accertare e risolvere controversie per
le quali il diritto codificato risulta angusto o inattuale.
Concludendo, le diversità di tradizioni e scuole di pensiero a cui appartengono
gli Autori s’incontrano nel riconoscere che la tutela delle tradizionali
situazioni giuridiche soggettive è adeguatamente accordata dal diritto
sostanziale e processuale positivo, mentre la tutela delle nuove situazioni
giuridiche soggettive, trovando legittimità anche in criteri di accettazione
posti dalla società civile, può essere più efficacemente posta in essere
attraverso strumenti alternativi di giustizia.
Le fattispecie consolidate nella tradizione positivistica continuano ad essere
denotate e risolte dal sistema processuale ordinario, quelle in fase di
consolidamento da strumenti alternativi. L'antologia I metodi della giustizia
civile curata da M. Bessone, E. Silvestri, M. Taruffo raccoglie 17 saggi,
firmati da 14 autori, per complessive 529 pagine. In essa culture e scuole di
pensiero diverse si confrontano, ma non si scontrano.
La stimolante sfida de I metodi della giustizia civile è rivolta
particolarmente al lettore curioso ed attento che, penetrando profondamente nel
senso delle parole degli Autori, riuscirà a scoprire il filo sottile che lega
l’intera opera e che appassiona sociologi , filosofi, teorici del diritto,
sostanzialisti, processualisti.