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DIALOGO SU INTERNET E DIRITTO
Intervista al Dott. Orazio Dente
Gattola
presidente di sezione del
Tribunale di Torre Annunziata
Andrea Sirotti Gaudenzi - Come e' venuto a conoscenza di Internet?
Orazio Dente Gattola - Mi sono avvicinato ad Internet per puro caso. In effetti anni addietro decisi di sostituire la macchina da scrivere con un computer. Agli inizi questo per me non è stato altro che un sistema di videoscrittura. Ricordo che si trattava di una macchina con un disco floscio più grande degli attuali floppy. Fu, poi, un amico, ingegnere, che mi parlò di Internet e della possibilità di comunicare in rete ed io provai. Il risultato è che mi collego per un tempo variabile dai 30 minuti all'ora e mezzo al giorno per ricevere informazioni sull'evoluzione della giurisprudenza, della dottrina, della legislazione oltre che per attingere informazioni anche su questioni molto lontane dal mondo del diritto come la storia o la politica per non parlare della cultura o della cronaca.
a.s.g. -Quale ruolo potrà assumere Internet per facilitare il funzionamento della giustizia italiana?
O. D. G. - Enorme ne sono convinto. Basti considerare le incredibili possibilità offete dalle videoconferenze o le prospettive sempre più vicine di celebrare processi penali o trattare cause civili facendo uso dello strumento telematico.
a.s.g. - A Suo giudizio, il web e le nuove tecnologie possono essere utili anche per promuovere la ricerca giuridica?
O.D.G. -
Ho frequentato nel 1972 il primo dei corsi organizzati dal
Ministero per l'apprendimento dell'uso dei terminali. Se devo
essere sincero la cosa risultò di ben poca utilità in quanto da
un lato i responsabili dell'epoca delle varie banche dati diedero
a tutti noi partecipanti l'impressione di essere preparatissimi
nel proprio settore ma ben poco interessati ed intenzionati a
collaborare tra loro e dall'altro una volta lasciato il CED negli
uffici risultò impossibile usare gli elaboratori il cui uso era
allora riservato a pochi impiegati di concetto.
Ancor oggi le cose sono migliorate ma non di molto in quanto
manca, per lo meno nell'amministrazione della giustizia, la
mentalità adatta. Il computer nella maggioranza dei casi è
visto come un programma di videoscrittura avanzata fin che si
vuole ma poco più. Il numero di persone esperte in questo
settore è basso. Siamo addirittura in pochi ad avere un
collegamento ad Internet. E quelli che l'hanno nella generalità
dei casi si guardano bene dal considerare Internet come uno
strumento per comunicare oltre che per "navigare".
Qualcosa comincia a muoversi però. In effetti i siti giuridici
sono in aumento. Ed anche le mailing list sembrano guadagnare in
spessore oltre che in diffusione. Guardo con molto interesse al
mondo di queste ultime per le loro possibilità di scambio
immediato di esperienze e di conoscenze.
a.s.g. - Cosa ne pensa degli aspetti giuridici di Internet (il c.d. "diritto della rete")? Nell'ambito della Sua attività, ha già avuto modo di affrontare casi legati al mondo del web?
O.D.G.
- La realtà territoriale (Tribunale di Torre Annunziata) e le
problematiche ad essa legate nella quale esercito le funzioni di
Presidente di una delle due sezioni penali non mi ha consentito
sinora di affrontare casi legati al mondo del web. Non ho quindi
una conoscenza "professionale" del fenomeno che,
comunque, ritengo che al momento riguardi più i Colleghi che
operano nel settore civile.
Posso portare solo la mia (modesta) esperienza di navigatore. Una
seria e completa regolamentazione del settore è ormai
indifferibile sia in relazione ai casi di plagio di opere
dell'ingegno, di violazione della legge sul diritto di autore sia
in relazione alla possibilità di servirsi di Internet per scopi
non proprio edificanti. La legislazione in materia è purtroppo
ferma non dico al tempo in cui si scriveva con il pennino
Cavallotti ma poco ci manca. Nè mi risulta che si sia fatto
granchè per quanto concerne gli aspetti sovranazionali. Il
codice di autoregolamentazione del 1997 è, in ogni caso, poco di
più di un gesto di buona volontà dal momento che ignora, e non
poteva essere diversamente, gli aspetti sovranazionali del
problema.
a.s.g. - Molti ritengono che sia necessario che si affermi un vero e proprio "diritto ad Internet", vale a dire il diritto di ogni cittadino ad utilizzare la "rete delle reti" come mezzo di accesso facilitato alle risorse dello Stato. In particolare, molti operatori del diritto auspicano l'accesso gratuito a tutti i documenti normativi tramite Internet. Ritiene che la cosa sia realizzabile?
O.D.G. -
Se l'art. 21 della Costituzione ha un senso, direi che non vi
sono dubbi al riguardo.
Il vero problema, però, considerati i molti siti (primo tra
tutti l'eccellente sito del Senato) che si occupano di leggi,
giurisprudenza ed altro e che diffondono le informazioni in molti
casi a titolo gratuito non è tanto quello di disporre dei
documenti ma quello del costo dei collegamenti.
Non credo che sia una novità il fatto che i nostri siano i più
costosi in assoluto.