20 febbraio 2001 (1)
«Cittadinanza dell'Unione -
Cittadinanza di uno Stato membro - Dichiarazioni del
Regno Unito relative alla definizione del termine
cittadino - Cittadino britannico d'oltremare»
Nel procedimento
C-192/99,
avente ad oggetto la
domanda di pronuncia pregiudiziale proposta alla Corte,
ai sensi dell'art. 234 CE, dalla High Court of Justice
(England & Wales), Queen's Bench Division (Crown
Office) (Regno Unito), nella causa dinanzi ad essa
pendente tra
The Queen
e
Secretary of State
for the Home Department,
ex parte:
Manjit Kaur,
interveniente:
Justice,
domanda vertente
sull'interpretazione degli artt. 8 e 8 A del Trattato CE
(divenuti, in seguito a modifica, artt. 17 CE e 18 CE),
nonché della dichiarazione del governo del Regno Unito
di Gran Bretagna e Irlanda del Nord relativa alla
definizione del termine «cittadini», allegata all'atto
finale del Trattato relativo all'adesione alle Comunità
europee del Regno di Danimarca, dell'Irlanda e del Regno
Unito di Gran Bretagna e d'Irlanda del Nord (GU 1972, L
73, pag. 196), della nuova dichiarazione del governo del
Regno Unito di Gran Bretagna e d'Irlanda del Nord
relativa alla definizione del termine «cittadino» (GU
1983, C 23, pag. 1) e della dichiarazione n. 2 relativa
alla cittadinanza di uno Stato membro, allegata all'atto
finale del Trattato sull'Unione europea (GU 1992, C 191,
pag. 98).
LA CORTE,
composta dai sigg. G.C.
Rodríguez Iglesias, presidente, C. Gulmann, A. La
Pergola, M. Wathelet e V. Skouris, presidenti di sezione,
D.A.O. Edward, J.-P. Puissochet, P. Jann, L. Sevón
(relatore), R. Schintgen e F. Macken, giudici,
avvocato generale: P.
Léger,
cancelliere: sig.ra L. Hewlett, amministratore,
viste le osservazioni
scritte presentate
-per la sig.ra Kaur, dai
sigg. R. Drabble, QC, M. Singh Gill, R. de Mello, M.
Singh Panesar e S. Taghavi, barristers,
-per Justice, dai sigg.
N. Blake, QC, e R. Husain, barrister, assistiti dalla
sig.ra A. Owens, Director, sig. J. Cooper, Human Rights
Project Director, e dalla sig.ra C. Kilroy, Human Rights
Legal Researcher,
-per il governo del
Regno Unito, dai sigg. J.E. Collins, in qualità di
agente, assistito dal sig. D. Pannick e dalla sig.ra E.
Sharpston, QC, e dal sig. R. Tam, barrister,
-per il governo danese,
dal sig. J. Molde, in qualità di agente
-per il governo tedesco,
dai sigg. W.-D. Plessing e C.-D. Quassowski, in qualità
di agenti,
-per il governo
francese, dal sig. J.-F. Dobelle, sig.ra K.
Rispal-Bellanger e sig. A. Lercher, in qualità di
agenti,
-per il governo
italiano, dal sig. U. Leanza, in qualità di agente,
assistito dalla sig.ra F. Quadri, avvocato del Stato,
-per la Commissione
delle Comunità europee, dal sig. P.J. Kuijper e dalla
sig.ra N. Yerrell, in qualità di agenti,
vista la relazione
d'udienza,
sentite le osservazioni
orali della sig.ra Kaur, rappresentata dai sigg. R.
Drabble, M. Singh Gill, R. de Mello e S. Taghavi, di
Justice, rappresentata dal sig. N. Blake, del governo del
Regno Unito, rappresentato dal sig. J.E. Collins,
assistito dai sigg. D. Pannick e R. Tam, del governo
francese, rappresentato dal sig. A. Lercher, del governo
italiano, rappresentato dal sig. G. Aiello, avvocato del
Stato, e della Commissione, rappresentata dalla sig.ra C.
Bury, in qualità di agente, all'udienza del 4 luglio
2000,
sentite le conclusioni
dell'avvocato generale, presentate all'udienza del 7
novembre 2000,
ha pronunciato la
seguente
Sentenza
- 1.
- Con ordinanza 14 aprile
1999, pervenuta alla Corte il 25 maggio seguente, la High
Court of Justice (England & Wales), Queen's Bench
Division (Crown Office), ha sottoposto alla Corte, ai
sensi dell'art. 234 CE, diverse questioni relative
all'interpretazione degli artt. 8 e 8 A del Trattato CE
(divenuti, in seguito a modifica, artt. 17 CE e 18 CE),
nonché della dichiarazione del governo del Regno Unito
di Gran Bretagna e d'Irlanda del Nord relativa alla
definizione del termine «cittadino», allegata all'atto
finale del Trattato relativo all'adesione alle Comunità
europee del Regno di Danimarca, dell'Irlanda e del Regno
Unito di Gran Bretagna e d'Irlanda del Nord (GU 1972, L
73, pag. 196; in prosieguo: la «dichiarazione del
1972»), della nuova dichiarazione del governo del Regno
Unito di Gran Bretagna e d'Irlanda del Nord relativa alla
definizione del termine «cittadini» (GU 1983, C 23,
pag. 1; in prosieguo: la «dichiarazione del 1982») e
della dichiarazione n. 2 relativa alla cittadinanza di
uno Stato membro, allegata all'atto finale del Trattato
sull'Unione europea (GU 1992, C 191, pag. 98; in
prosieguo: la «dichiarazione n. 2»).
- 2.
- Tali questioni sono state
sollevate nell'ambito di una controversia tra la sig.ra
Kaur ed il Secretary of State for the Home Department
(Ministro degli Interni) circa una domanda di rilascio di
un permesso di soggiorno presentata dalla sig.ra Kaur al
fine di risiedere nel Regno Unito.
- 3.
- Con ordinanza 16 aprile
1999, il giudice nazionale ha ammesso Justice, che è
un'organizzazione non governativa di difesa dei diritti
dell'uomo, ad intervenire nella causa principale.
Ambito normativo
Diritto comunitario
- 4.
- Gli artt. 8 e 8 A, n. 1,
del Trattato sono così formulati:
«Articolo 8
1.E' istituita una
cittadinanza dell'Unione.
E' cittadino dell'Unione
chiunque abbia la cittadinanza di uno Stato membro.
2.I cittadini
dell'Unione godono dei diritti e sono soggetti ai doveri
previsti dal presente Trattato.
Articolo 8 A
1.Ogni cittadino
dell'Unione ha il diritto di circolare e di soggiornare
liberamente nel territorio degli Stati membri, fatte
salve le limitazioni e le condizioni previste dal
presente Trattato e dalle disposizioni adottate in
applicazione dello stesso».
- 5.
- Il Trattato relativo
all'adesione alle Comunità europee del Regno di
Danimarca, dell'Irlanda e del Regno Unito di Gran
Bretagna e d'Irlanda del Nord (in prosieguo: il
«Trattato relativo all'adesione del Regno Unito») è
stato firmato il 22 gennaio 1972 ed è entrato in vigore
il 1° gennaio 1973. La dichiarazione del 1972, che è
stata allegata all'atto finale di questo Trattato, è
così formulata:
«Per
quanto riguarda il Regno Unito di Gran Bretagna e
d'Irlanda del Nord, i termini cittadini, cittadini degli
Stati membri o cittadini degli Stati membri e dei paesi e
territori d'oltremare, che figurano nel Trattato che
istituisce la Comunità economica europea, nel Trattato
che istituisce la Comunità europea dell'energia atomica
e nel Trattato che istituisce la Comunità europea del
carbone e dell'acciaio o negli atti comunitari derivanti
da tali Trattato, indicano:
a)le persone che sono
cittadini del Regno Unito e delle colonie, o le persone
che sono sudditi britannici che non possiedono tale
cittadinanza né la cittadinanza di un altro paese o
territorio del Commonwealth, e che, nell'uno e
nell'altrocaso, hanno diritto di risiedere nel Regno
Unito e sono pertanto esentati dal controllo del Regno
Unito sull'immigrazione,
b)le persone che sono
cittadini del Regno Unito e delle colonie perché sono
nate o sono state iscritte nei registri dello stato
civile o naturalizzate a Gibilterra, o il cui padre sia
nato, o sia stato iscritto nei registri dello stato
civile o naturalizzato a Gibilterra».
- 6.
- Tenuto conto dell'entrata
in vigore del British Nationality Act 1981 (legge sulla
cittadinanza britannica), il governo del Regno Unito ha
depositato nel 1981 presso il governo della Repubblica
italiana, depositaria dei Trattati, la dichiarazione del
1982, che ha sostituito la dichiarazione del 1972 a
decorrere dal 1° gennaio 1983. La dichiarazione del 1982
è così formulata:
«Per quanto riguarda il Regno Unito di
Gran Bretagna e Irlanda del Nord, i termini cittadini,
cittadini degli Stati membri o cittadini degli Stati
membri e dei paesi e territori d'oltremare, che figurano
nel Trattato che istituisce la Comunità economica
europea, nel Trattato che istituisce la Comunità europea
dell'energia atomica e nel Trattato che istituisce la
Comunità europea del carbone e dell'acciaio o negli atti
comunitari derivanti da tali Trattati, indicano:
a)i cittadini
britannici;
b)le persone che sono
sudditi britannici ai sensi della parte quarta del
British Nationality Act del 1981 e che hanno diritto di
risiedere nel Regno Unito e sono pertanto esentate dal
controllo del Regno Unito sull'immigrazione;
c)i cittadini delle
dipendenze britanniche che acquisiscono la cittadinanza
in forza di un legame con Gibilterra».
- 7.
- La conferenza dei
rappresentanti dei governi degli Stati membri che ha
approvato il Trattato sull'Unione europea ha adottato la
dichiarazione n. 2, che è allegata all'atto finale del
Trattato sull'Unione europea e che stabilisce:
«La Conferenza dichiara che,
ogni qualvolta nel Trattato che istituisce la Comunità
europea si fa riferimento a cittadini degli Stati membri,
la questione se una persona abbia la nazionalità di
questo o quello Stato membro sarà definita soltanto in
riferimento al diritto nazionale dello Stato membro
interessato. Gli Stati membri possono precisare, a titolo
di informazione, quali sono le persone che devono essere
considerate come propri cittadini ai fini perseguiti
dalla Comunità mediante una dichiarazione presentata
alla presidenza; se necessario, essi possono modificare
tale dichiarazione».
Diritto nazionale
- 8.
- In forza del British
Nationality Act 1948 (legge relativa alla cittadinanza
britannica), la nozione di soggetto britannico
raggruppava, oltre ai cittadini degli Stati indipendenti
del Commonwealth, i «cittadini del Regno Unito e delle
colonie», da un lato, e «i soggetti britannici senza
cittadinanza», dall'altro, i quali ultimi potevano
diventare cittadini di un paese del Commonwealth divenuto
indipendente all'atto dell'entrata in vigore della legge
sulla cittadinanza di questo paese. Se questo non
avveniva, tali persone acquisivano in quel momento la
cittadinanza del Regno Unito e delle colonie.
- 9.
- L'Immigration Act 1971
(legge relativa all'immigrazione) ha introdotto nella
normativa del Regno Unito a decorrere dal 1° gennaio
1973 le nozioni di «patriality» e di «right of abode»
(diritto di residenza), i cui titolari sono i soli ad
essere dispensati dal controllo sull'immigrazione al loro
ingresso nel Regno Unito.
- 10.
- Il British Nationality Act
1981 abroga lo status di cittadino del Regno Unito e
delle colonie e suddivide quelli che lo posseggono in tre
categorie:
a)i
cittadini britannici, compresi i cittadini del Regno
Unito e delle colonie titolari di tale diritto di
residenza nel Regno Unito;
b)i «British Dependent
Territories Citizens» (cittadini dei territori
britannici dipendenti), compresi i cittadini del Regno
Unito e delle colonie che non hanno il diritto di
residenza ma soddisfano talune condizioni di collegamento
ad un territorio britannico dipendente che si ritiene
conceda loro il diritto di entrare su tale territorio;
c)i «British overseas
citizens» (cittadini britannici d'oltremare), in cui
sono raggruppati tutti i cittadini del Regno Unito e
delle colonie che non sono divenuti cittadini britannici
o cittadini dei territori britannici dipendenti. In
assenza di un collegamento con un territorio britannico
dipendente, qualsiasi diritto di immigrazione può essere
loro rifiutato.
Fatti, causa
principale e questioni pregiudiziali
- 11.
- La sig.ra Kaur, nata nel
Kenia nel 1949 e di famiglia di origine asiatica, era
cittadina del Regno Unito e delle Colonie, in conformità
al British Nationality Act 1948. Essa non rientrava nelle
categorie di cittadini del Regno Unito e delle colonie ai
quali l'Immigration Act 1971 ha riconosciuto il diritto
di residenza nel Regno Unito. Il British Nationality Act
1981 le ha conferito lo status di cittadino britannico
d'oltremare. In tale qualità, essa, in forza del diritto
nazionale, non ha né il diritto di entrare né il
diritto di soggiornare nel Regno Unito, salvo
autorizzazione speciale.
- 12.
- Dopo diversi soggiorni
temporanei nel territorio britannico e mentre si trovava
di nuovo nel Regno Unito, la sig.ra Kaur, in data 4
settembre 1996, ha nuovamente inoltrato la domanda di
permesso di soggiorno che aveva già presentato
ripetutamente dal 1990, data del suo primo ingresso nel
territorio britannico.
- 13.
- Il 20 marzo 1997, la sig.ra
Kaur ha impugnato dinanzi al giudice nazionale la
decisione del 22 gennaio 1997, con la quale il Secretary
of State for Home Department le ha negato il diritto di
soggiornare nel territorio britannico.
- 14.
- In tale occasione, la
sig.ra Kaur ha fatto valere la sua intenzione di
soggiornare e di ottenere un'occupazione nel Regno Unito,
nonché di recarsi periodicamente in altri Stati membri
al fine di acquistarvi beni, di beneficiarvi di servizi
e, eventualmente, di lavorarvi.
- 15.
- Ritenendo che la soluzione
della controversia ad essa sottoposta dipendesse
dall'interpretazione del diritto comunitario, la High
Court of Justice (England & Wales), Queen's Bench
Division (Crown Office), ha deciso di sospendere il
procedimento e di sottoporre alla Corte le seguenti
questioni pregiudiziali:
«1)Ove si debba decidere se la
ricorrente, in qualità di cittadina britannica
d'oltremare non avente titolo (ai sensi della legge
britannica) per entrare o rimanere nel Regno Unito, sia
una persona avente la cittadinanza di uno Stato membro e
sia quindi un cittadino dell'Unione ai sensi dell'art. 8
del Trattato CE:
a)quale sia l'effetto
(se un effetto vi è), ai fini del diritto comunitario:
i)della dichiarazione
del Regno Unito del 1972 sulla definizione del termine
cittadini, adottata all'epoca dell'adesione alle
Comunità europee e allegata all'Atto Finale della
Conferenza di adesione, e
ii)della dichiarazione
del Regno Unito del 1982 sul significato di cittadino
britannico, e
iii)della dichiarazione
n. 2 allegata al Trattato sull'Unione europea,
sottoscritto il 7 febbraio 1992, in base alla quale la
cittadinanza deve essere determinata soltanto in
riferimento alla legge nazionale dello Stato membro
interessato, con facoltà per gli Stati membri di
precisare, a titolo di informazione, quali sono le
persone che devono essere considerate propri cittadini ai
fini perseguiti dalla Comunità.
b)Se e nei limiti in cui
il Regno Unito, dal punto di vista del diritto
comunitario, non può richiamarsi alle dichiarazioni
menzionate al precedente punto a), quali siano i criteri
rilevanti per stabilire se una persona ha la cittadinanza
di uno Stato membro ai sensi dell'art. 8, nel caso in cui
la legge di uno Stato membro preveda varie categorie di
cittadinanza, ma soltanto alcune di tali categorie
conferiscano il diritto di entrare e trattenersi in
quello Stato membro.
c)In tale contesto,
quale effetto abbia il principio del rispetto dei diritti
fondamentali della persona umana nel diritto comunitario
invocato dalla ricorrente, in particolare laddove la
stessa si richiama all'art. 3, n. 2, del quarto
protocollo della Convenzione europea sui diritti
dell'uomo, ai sensi del quale nessuno può essere privato
del diritto di entrare nel territorio dello Stato del
quale ha la cittadinanza, che non è stato ratificato dal
Regno Unito.
2)Se, nelle circostanze
del caso di specie, l'art. 8 A, n. 1, del Trattato CE:
a)conferisca a un
cittadino dell'Unione il diritto di entrare e rimanere
nel territorio dello Stato membro di cui ha la
cittadinanza, anche se tale diritto gli viene altrimenti
negato dalla legge nazionale;
b)conferisca diritti
ulteriori rispetto a quelli riconosciuti dal Trattato CE
prima delle modifiche apportate allo stesso dal Trattato
sull'Unione europea;
c)dia origine a diritti
direttamente efficaci che i cittadini dell'Unione possono
invocare dinanzi ai giudici nazionali;
d)si applichi a
fattispecie che sono completamente interne allo Stato
membro».
Sulle questioni sub
a), i) e ii), del primo gruppo di questioni
- 16.
- Con le questioni sub a), i)
e ii), del primo gruppo di questioni, che occorre
esaminare congiuntamente, il giudice nazionale chiede in
sostanza quali siano i criteri pertinenti per determinare
se una persona abbia la cittadinanza di uno Stato membro
ai sensi dell'art. 8 del Trattato e, eventualmente, quale
sia la portata, in diritto comunitario, delle
dichiarazioni del 1972 e del 1982.
Osservazioni delle parti
- 17.
- La sig.ra Kaur e Justice
sostengono che, in conformità al principio sancito dalla
sentenza 7 luglio 1992, causa C-369/90, Micheletti e a.
(Racc. pag. I-4239), uno Stato membro può definire la
nozione di «cittadino» solo nel rispetto del diritto
comunitario e, quindi, nel rispetto dei diritti
fondamentali, che costituiscono parte integrante del
diritto comunitario. Nella fattispecie, la normativa del
Regno Unito violerebbe i diritti fondamentali in quanto
avrebbe per effetto o di privare i britannici di origine
asiatica nella situazione della sig.ra Kaur del diritto
di ingresso nel territorio di cui sono cittadini, o di
renderli apolidi di fatto. Queste parti della causa
principale contestano inoltre la pertinenza delle
dichiarazioni del 1972 e del 1982. Queste ultime non
rientrerebbero né nel diritto nazionale, poiché non si
tratterebbe di un atto legislativo, né nel diritto
comunitario, poiché non si tratterebbe di un accordo tra
gli Stati firmatari del Trattato relativo all'adesione
del Regno Unito.
- 18.
- I governi del Regno Unito,
tedesco, francese e italiano, nonché la Commissione
ritengono che, in conformità al diritto internazionale,
spetta ad ogni Stato, a titolo esclusivo, determinare le
categorie di persone che devono essere considerate suoi
cittadini. Questo spiegherebbe il carattere unilaterale
delle dichiarazioni del 1972 e del 1982, anche se la
questione della definizione delle categorie di cittadini
britannici che possono beneficiare della libera
circolazione negli altri Stati membri ha costituito
oggetto di una discussione tra le parti contraenti al
momento dei negoziati per l'adesione del Regno Unito. Il
governo del Regno Unito precisa al riguardo che si
trattava di una questione importante dato, da un lato,
che, a causa del suo passato imperiale e coloniale,
numerose persone intrattenevano un certo tipo di rapporti
con il Regno Unito, benché non vi avessero mai vissuto,
né vi si fossero mai recati e non avessero alcun stretto
legame con tale Stato e che, dall'altro, la normativa
relativa alla nazionalità britannica era complessa e
riconosceva diverse categorie di «cittadini» alle quali
erano collegati diritti diversi.
Valutazione della Corte
- 19.
- Come la Corte ha dichiarato
al punto 10 della sentenza Micheletti e a., sopra
menzionata, «la determinazione dei modi di acquisto e di
perdita della cittadinanza rientra, in conformità al
diritto internazionale, nella competenza di ciascuno
Stato membro, competenza che deve essere esercitata nel
rispetto del diritto comunitario».
- 20.
- Sulla base di questo
principio di diritto consuetudinario internazionale, il
Regno Unito ha definito, in relazione al suo passato
imperiale e coloniale, diverse categorie di cittadini
britannici ai quali ha riconosciuto diritti diversi in
funzione della natura dei legami che li univano al Regno
Unito.
- 21.
- Esso ha precisato questi
diritti nel suo ordinamento giuridico, in particolare
mediante l'Immigration Act 1971, in vigore dal 1°
gennaio 1973 ossia lo stesso giorno dell'entrata in
vigore del Trattato relativo all'adesione del Regno
Unito. Questa normativa nazionale ha riservato il diritto
di residenza («right of abode») nel territorio del
Regno Unito ai cittadini che hanno i legami più stretti
con tale Stato.
- 22.
- All'atto della sua adesione
alle Comunità europee, il Regno Unito ha indicato agli
altri contraenti, con la dichiarazione del 1972, quali
fossero le categorie di cittadini che dovevano essere
considerati suoi cittadini ai sensi del diritto
comunitario, designando, in sostanza, quelli che
beneficiavano del diritto di residenza nel territorio del
Regno Unito ai sensi dell'Immigration Act 1971 ed i
cittadini che avevano un legame determinato con
Gibilterra.
- 23.
- Questa dichiarazione
allegata all'atto finale, benché unilaterale, era
destinata a chiarire una questione che era
particolarmente importante per gli altri contraenti,
cioè la delimitazione del campo di applicazione ratione
personae delle disposizioni comunitarie oggetto del
Trattato di adesione. Infatti, essa aveva come obiettivo
di definire i cittadini del Regno Unito che sarebbero
beneficiari di queste disposizioni e, in particolare,
diquelle relative alla libera circolazione delle persone.
Gli altri contraenti avevano piena conoscenza del suo
contenuto e le condizioni di adesione sono state
determinate su tale base.
- 24.
- Ne deriva che la
dichiarazione del 1972 deve essere presa in
considerazione in quanto strumento che ha una relazione
con il Trattato per l'interpretazione di quest'ultimo e,
più in particolare, al fine di determinare il campo di
applicazione ratione personae di quest'ultimo.
- 25.
- Occorre poi rilevare che
l'adozione di questa dichiarazione non ha avuto come
effetto di privare una persona che non rispondesse alla
definizione di cittadino del Regno Unito di diritti che
essa poteva pretendere di avere in applicazione del
diritto comunitario, ma ha avuto come conseguenza che
tali diritti non sono mai sorti per essa.
- 26.
- E' pacifico che la
dichiarazione del 1982 costituiva un adattamento della
dichiarazione del 1972 richiesta dall'adozione, nel 1981,
di una nuova legge sulle cittadinanza, che essa designava
in sostanza le stesse categorie di persone della
dichiarazione del 1972 e che, a tale titolo, non ha
modificato la situazione della sig.ra Kaur in relazione
al diritto comunitario. Essa non è stata poi contestata
dagli altri Stati membri.
- 27.
- Occorre quindi risolvere le
questioni sub a), i) e ii), del primo gruppo di questioni
nel senso che, per determinare se una persona abbia la
qualità di cittadino del Regno Unito di Gran Bretagna e
d'Irlanda del Nord ai sensi del diritto comunitario,
occorre far riferimento alla dichiarazione del 1982 che
sostituisce la dichiarazione del 1972.
Sulle altre questioni
- 28.
- In relazione alla soluzione
data alle questioni sub a), i) e ii), del primo gruppo di
questioni, non occorre risolvere le altre questioni poste
dal giudice nazionale.
Sulle spese
- 29.
- Le spese sostenute dai
governi del Regno Unito, danese, tedesco, francese e
italiano, nonché dalla Commissione, che hanno presentato
osservazioni alla Corte, non possono dar luogo a
rifusione. Nei confronti delle parti nella causa
principale il presente procedimento costituisce un
incidente sollevato dinanzi al giudice nazionale, cui
spetta quindi statuire sulle spese.
Per questi motivi,
LA CORTE
pronunciandosi sulle
questioni ad essa sottoposte dall'High Court of Justice
(England & Wales), Queen's Bench Division (Crown
Office), con ordinanza 14 aprile 1999, dichiara:
Per determinare se
una persona abbia la qualità di cittadino del Regno
Unito di Gran Bretagna e d'Irlanda del Nord ai sensi del
diritto comunitario, occorre far riferimento alla
dichiarazione del 1982 del governo del Regno Unito di
Gran Bretagna e d'Irlanda del Nord relativa alla
definizione del termine «cittadini» che sostituisce la
dichiarazione del 1972 del governo del Regno Unito di
Gran Bretagna e d'Irlanda del Nord relativa alla
definizione del termine «cittadini», allegata all'atto
finale del Trattato relativo all'adesione alle Comunità
europee del Regno di Danimarca, dell'Irlanda e del Regno
Unito di Gran Bretagna e d'Irlanda del Nord.
Rodríguez
Iglesias Gulmann La Pergola Wathelet
Skouris Edward
Puissochet
Jann Sevón
Schintgen
Macken
|
Così deciso e
pronunciato a Lussemburgo il 20 febbraio 2001
Il
cancelliere Il presidente
R. Grass
G.C. Rodríguez Iglesias